Capire l’Omeopatia

Cerchiamo di capire meglio l’Omeopatia: come funziona, quali sono i principali aspetti di questa disciplina e la figura del Medico Omeopata.

Che differenze ci sono tra la medicina tradizionale e l’omeopatia

Per comprendere l’Omeopatia bisogna fare una riflessione sulla medicina tradizionale a cui si applica una filosofia meccanicistica ed il paziente viene visto come un insieme di organi ed ognuno di questi viene trattato, in genere, dal singolo specialista con un rapporto specifico e diretto tra diagnosi e terapia.

Lo stesso approccio si può avere nelle medicine naturali come la Fitoterapia; infatti, non ci sono grandi differenze rispetto alla medicina tradizionale perchè, anche in questo caso, il rapporto è tra la diagnosi e la terapia, cioè si sceglie un prodotto fitoterapico in base alla diagnosi di malattia del paziente.

La differenza sta nell’utilizzo di sostanze provenienti dal regno vegetale invece di farmaci di sintesi chimica, ma l’approccio è il medesimo.

Quali sono le Omeoterapie

Non esiste un solo tipo di Omeopatia, ci sono 3 tipologie:

  • OMEOPATIA COMPLESSISTA o OMOTOSSICOLOGIA, dove si utilizzano più rimedi omeopatici contemporaneamente e l’approccio al paziente è un approccio simile a quello della medicina tradizionale, nel senso che si sceglie una terapia specifica per la malattia del paziente.
  • OMEOPATIA PLURALISTA
  • OMEOPATIA UNICISTA o CLASSICA

Che cos’è la Legge di Similitudine

Per scegliere un rimedio omeopatico si dovrebbe applicare la cosiddetta “Legge di Similitudine“, cioè il Medico Omeopata dovrebbe ricercare per il paziente un rimedio omeopatico che nelle sperimentazioni abbia curato sintomi che siano il più possibile simili a quelli che presenta la persona presa in esame.

In medicina tradizionale si fanno fondamentalmente suddivisioni per patologie per cui, a grandi linee, coloro che soffrono di mal di stomaco vengono considerati tutti uguali. In omeopatia, invece, è necessario individualizzare la sintomatologia del paziente per riuscire a prescrivere il rimedio più adatto: ognuno ha la sua tipologia particolare di mal di stomaco con diverse caratteristiche di dolore e differenti modalità di miglioramento o aggravamento.

La Legge di Similitudine si può applicare a vari livelli:

  • nell’omeopatia pluralista si applica tendenzialmente in maniera parziale. Se, ad esempio, un paziente ha una sindrome influenzale con febbre, mal di testa e nausea può essere che venga prescritto un rimedio per la febbre, uno per il dolore alla testa e uno per la nausea. L’omeopatia pluralista cercherà, quindi, di individualizzare questi sintomi poichè non sono uguali per tutti e poi la Legge di Similitudine verrà applicata al singolo disturbo, cioè lo specifico rimedio per quella febbre, quel mal di testa ecc…
  • nell’omeopatia unicista o classica, l’Omeopata utilizza un rimedio per la sintomatologia globale del paziente cercando quello più adatto per tutti i sintomi della persona, cioè un solo rimedio che copra le caratteristiche della febbre ma anche del mal di testa e della nausea. In un’accezione più profonda la Legge di Similitudine si può applicare al paziente nella sua totalità, nelle malattie croniche e questo è molto interessante perchè permette una visione globale del paziente, in questo caso si può davvero parlare di “approccio olistico” al paziente.

Immaginare l’omeopatia

L’Omeopatia viene anche utilizzata su animali e piante oltre che per l’uomo.

Ora, per capirla meglio, proviamo a pensare ad un essere vivente come ad una rete idraulica fatta di tanti tubi e vasche ed immaginiamo lo stato di salute come qualcosa in cui tutto è armonico, dove cioè il contenuto di queste ipotetiche vasche sia in equilibrio. Consideriamo invece la malattia come una situazione dove alcune di queste vasche sono troppo vuote e altre troppo piene. La medicina tradizionale, o altre tipologie di medicina, tendono a lavorare sulla singola vasca, utilizzando una prescrizione specifica per trattare quel singolo sintomo, come ci aspettiamo nella nostra cultura medica.

Nelle medicine energetiche, soprattutto nell’omeopatia classica e nell’agopuntura classica, è come se aprissimo o chiudessimo dei rubinetti per riportare il sistema in equilibrio, quindi quando si fa una prescrizione omeopatica, secondo la metodologia classica, si ha come obiettivo il riequilibrio del sistema per avere un miglioramento della sintomatologia globale del paziente, cioè un unico rimedio può agire su sintomi anche molto diversi tra loro che, superficialmente, non sembrano connessi.

La terapia di sintomi diversi con un solo medicamento può far pensare all’utilizzo di una pozione magica; purtroppo, l’omeopatia non ha pozioni magiche, è semplicemente una tipologia di medicina che ha meccanismi d’azione differenti rispetto alla medicina tradizionale.

L’omeopatia ha i suoi limiti ma può essere particolarmente utile a volte come terapia alternativa alla medicina allopatica o come integrazione alla terapia farmacologica. L’integrazione dei saperi in medicina dovrebbe avere l’obiettivo di aiutare il paziente a stare meglio cercando di evitare il più possibile gli effetti indesiderati dei farmaci.

Molte persone ritengono che l’omeopatia non possa avere effetti positivi perché i rimedi omeopatici sono molto diluiti ma, mentre farmaci tradizionali e fitoterapici hanno un meccanismo d’azione di tipo chimico, i medicamenti omeopatici utilizzano un meccanismo di tipo fisico. Gli scienziati stanno ancora studiando il modo in cui agisce l’omeopatia ma molti sono orientati verso la fisica quantistica.